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Stipendi e salari: i sindacati d'accordo con Marchionne, cauto il Governo

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18 ottobre 2008

Un alleato inimmaginabile. Che però non è nuovo a uscite pubbliche fuori dal coro. Per esempio, quando all'assemblea dell'Unione industriali di Torino, nel 2006, parlando delle difficoltà della Fiat, disse che licenziando i lavoratori non si risolvono i problemi.
Stavolta Sergio Marchionne, amministratore delegato del Lingotto, si è rivolto al Governo: la crisi finanziaria non deve essere pagata dalle imprese e nemmeno dai lavoratori. Ed ha sollecitato una detassazione dei salari e degli stipendi (vedi il Sole 24-Ore di ieri), a partire dai redditi più bassi. Parole che hanno trovato un immediato consenso tra i sindacalisti, da Luigi Angeletti, numero uno della Uil, che punta a una sforbiciata secca del fisco sulle tredicesime, a Renata Polverini, segretario generale dell'Ugl, convinta che l'intervento pubblico non possa essere «a senso unico» e che servano «provvedimenti rapidi per sostenere redditi e consumi e garantire alle imprese liquidità». Un taglio generalizzato alle tasse sui salari è la linea della Cgil, che ha sempre giudicato insufficiente l'intervento del Governo su straordinari e premi di produttività.
È questo l'impegno già preso dall'Esecutivo: rendere strutturale la detassazione degli straordinari e degli aumenti aziendali legati alla produttività. Confindustria, Cisl e Uil ne hanno sottolineato l'importanza nelle linee guida di riforma della contrattazione, individuate nell'ultimo incontro della scorsa settimana. Ma di fronte alla prospettiva di una recessione anche per il 2009 secondo il sindacato sarebbe opportuno allargare il raggio. «L'Italia è un Paese soprattutto manifatturiero. Ma contrariamente alla Germania, dove le industrie producono soprattutto impianti e la crisi sta portando ad un calo degli investimenti, da noi vengono prodotti soprattutto beni di consumo», dice Angeletti. Quindi un intervento fiscale sulle buste paga avrebbe l'effetto di aumentare il potere d'acquisto, sostenere i consumi e la produzione industriale. Il numero uno della Uil condivide l'approccio del Governo di una detassazione mirata su straordinari e premi di produttività, ma chiede anche un intervento sulle tredicesime, magari una tantum sulla tredicesima di quest'anno, per avere un impatto positivo sul Natale. «La detassazione dei salari e stipendi più bassi sono le richieste che l'Ugl fa da tempo: per risolvere questa crisi non si può operare solo nella metà campo delle banche», insiste la Polverini. E anche per la Cisl di Raffaele Bonanni la partita fiscale è prioritaria.
Ma c'è un problema di risorse: non ci sono i soldi per un intervento consistente sull'Irpef. Sarà un «impegno di legislatura». Meglio concentrare le risorse che varare misure generiche, che avrebbero effetti poco avvertiti in busta paga. Diversa è la strada degli aiuti mirati a settori: ed è su questo che il Governo sta ragionando.

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